ARPAC: black-out centraline, senza monitoraggio è a rischio la salute di migliaia di cittadini

Valentina Soviero 15 Settembre 2022
ARPAC: black-out centraline, senza monitoraggio è a rischio la salute di migliaia di cittadini

Da circa un mese la piattaforma informatica dell’ARPAC è bloccata e non raggiungibile dagli utenti. L’ultimo bollettino sulla qualità dell’aria nei vari agglomerati regionali, pubblicato sul sito, è quello del 10 Agosto 2022 ed a quella data risalgono i dati completi della balneazione delle acque nei mari campani. Il blocco limita notevolmente le attività istituzionali e tecniche dell’agenzia necessarie a garantire il raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali (LEPTA) di cui all’art. 9 della legge 132/2016. 

Innanzitutto del monitoraggio continuo dello stato dell’ambiente regionale, delle risorse ambientali e della loro evoluzione in termini qualitativi e quantitativi, eseguito avvalendosi di reti di osservazione e strumenti modellistici. In questo stato di black-out totale, l’agenzia non appare in grado di svolgere pressochè nessuna delle molteplici funzioni previste dall’art. 5 della legge regionale n. 10 del 29 Luglio 1998 “Istituzione ARPAC”.


In particolare, vien meno la sua funzione di supporto tecnico alle amministrazioni ed agli enti competenti – spiega Gennaro Napolitano, segretario di sezione - con specifico riferimento alla caratterizzazione degli inquinanti ambientali causa di danni alla salute pubblica e delle singole persone”. E’ il caso del monitoraggio della qualità dell’aria atmosferica nell’intera regione. “E’ ormai più di un mese – precisa il dottor Napolitano - che l‘ARPAC non riesce a comunicare con regolarità quotidiana i dati validati dei livelli di concentrazione degli inquinanti atmosferici monitorati dalla rete delle centraline postate nelle varie zone ed agglomerati della Campania”.

Queste segnalazioni -  prosegue Napolitano - sono indispensabili ai cittadini e agli amministratori comunali per l’eventuale messa in atto di misure di contenimento dell’inquinamento atmosferico all’evidenziarsi di valori anomali dei vari inquinanti, soprattutto PM10, PM2,5 e NO2, soprattutto nei territori più critici, come la piana nolana e l’intera conca acerrana-aversana-nolana, ma anche nelle città di Napoli ed Avellino, dove si raggiungono i più alti livelli di concentrazioni medie annue del PM10 dell’intera Unione Europea”.  

L’ARPAC ha un compito centrale nell’individuare le situazioni di allarme e nell’indirizzare gli amministratori ad assumere misure di emergenza per l’immediata mitigazione dell’inquinamento atmosferico ed impedire che la salute dei cittadini vada incontro a rischi pericolosi. Infatti essa, tramite l’UOC Monitoraggio e CEMEC, garantisce il monitoraggio della qualità dell’aria, elabora la modellistica meteo-ambientale della qualità dell’aria, cura la stesura e pubblicazione dei bollettini giornalieri, della qualità dell’aria e meteo ambientali; informa ufficialmente i sindaci sul superamento dei limiti nelle situazioni emergenziali tipo A e B. Tutte queste funzioni dal 11 Agosto non appaiono operative, né i brevissimi e confusi comunicati pubblicati sulla home del sito Regione Campania - riportanti rari dati PM10 di qualche centralina - ci tranquillizzano.  

Al 10 Agosto già sei delle sette centraline della Conca Aversana-Acerrana-Nolana avevano superato i 35 giorni di sforamento del limite dei 50 ug/m3 di PM10, quella di Volla ne aveva segnalato addirittura 71 e quella di San Vitaliano 51. Durante l’ultimo mese non sappiamo cosa è avvenuto, quanti altri giorni di sforamenti del PM10 hanno segnalato le centraline della conca, né quali valori hanno raggiunto i valori medi annui di PM10 e Pm 2,5 e quali altri rischi per la salute stanno correndo i cittadini di questo territorio.

L’ISDE Medici per l’ambiente
è preoccupata per l’eccessivo protrarsi del blocco del sito e, pur comprendendo l’insidiosità e la pericolosità di questi atti di pirateria informatica, ritiene intollerabile che non si sia ancora riusciti a ripristinare il funzionamento della piattaforma, né che nessuna autorità amministrativa o giudiziaria si sia sentita in dovere d’intervenire per individuare le responsabilità d’interruzione prolungata di un servizio che si configura come emergenziale per le funzioni che intende esplicare per legge. Del resto, in uno dei comunicati dell’ARPAC pubblicato sul sito della Regione Campania, si adombra anche il pericolo che il patrimonio informativo dell’Agenzia possa risultare compromesso dalla violazione subita, per cui tutti i dati ambientali accumulati in oltre un decennio di funzionamento rischiano di andare perduti.

Tutto questo accade in una regione dove le emergenze ambientali sono tra le più diffuse, a partire da “Terra dei fuochi” con i suoi continui e persistenti incendi di rifiuti, e dove le patologie da inquinamento ambientale appaiono in netto aumento, con progressiva diminuzione dell’attesa di vita dei cittadini, ormai tra le più basse d’Italia.
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