Parole parole parole: CANCELLIERE

Pasquale Gerardo Santella 30 Ottobre 2020

Ma il cancelliere ha qualcosa a che fare con il cancello? E con il verbo cancellare? Domande che mi ponevo spesso quando sentivo che una persona faceva il cancelliere, che era un lavoro importante nel tribunale. E che sono rimaste a lungo senza risposta.

Ebbene, per capire il significato di questa parola, bisogna riandare alla parola latina cancellum, che indicava ciascuno degli elementi con cui si intreccia una graticciata. I cancelli, al plurale, indicavano una staccionata, una barriera di assi intrecciati, e quindi anche la transenna che nei teatri difendeva il palcoscenico dagli spettatori, la palizzata di protezione della tenda del generale nell’accampamento, e anche la barriera che nei tribunali separava il pubblico dal banco dei magistrati.

E a questo punto compare il cancelliere. Siccome un cancello non sempre poteva bastare a tenere a debita distanza il pubblico di un tribunale, fu necessario istituire il custode del cancello, il cancelliere appunto, che aveva quindi inizialmente una modesta funzione, ma che poi avanzò rapidamente, in quanto si cominciò a chiamare cancelliere lo scrivano del giudice che, mentre teneva d’occhio il cancello, badava a redigere le testimonianze e le sentenze.

Poi, il nome passò al segretario del giudice, fino ai moderni cancellieri che hanno funzioni diverse. Certo ne ha fatto di strada questa parola, se in Germania è addirittura arrivata a designare il capo del governo.

P.S. E il verbo cancellare? C’entra anch’esso con cancello. Il tirare freghi di penna o di matita sopra uno scritto o un disegno li faceva, infatti, apparire alla vista come celati dietro un graticcio, un cancello.

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