Addio a Stefano D'Orazio, s'è spenta la luce dei Pooh

Franco Simeri 8 Novembre 2020
Addio a Stefano D'Orazio, s'è spenta la luce dei Pooh

È andato via in punta di piedi e la notizia è stata un vero e proprio shock. A dare per primo l’annuncio della morte dell'artista è stato Bobo Craxi: "Stefano amico mio. Suona e scrivi anche lassù. Ciao!".

Poi il post dagli altri componenti della famiglia Pooh. Sì, perché i Pooh oltre ad essere una leggenda della musica italiana, che ha attraversato diverse generazioni, erano una vera e propria famiglia, fratelli che si sono scelti, non che sono capitati.

E come in una famiglia molto unita il dolore è stato atroce. Non si sapeva nulla del suo ricovero da una settimana per la pandemia che si è portata via tante, troppe persone.

Romano, D’Orazio è stato anche autore di parte dei testi, voce e flauto traverso della band dal 1971 al 2009, poi nel 2015 e 2016, in occasione della nuova apparizione per il cinquantennale.

Dopo anni di successi con il gruppo, una svolta nella carriera verso il musical e la scrittura (testi e libri), con successi come "Aladdin", "Pinocchio" e "Mamma mia!".

È autore insieme a Roby Facchinetti del brano "Rinascerò, rinascerai", dedicato a Bergamo dopo il dramma Covid e i tanti decessi della scorsa primavera.

Oltre ad essere un grande batterista, Stefano D'Orazio, come sottolineato da Red Canzian, era un riferimento costante per i Pooh. Aveva un pensiero forte, che volava alto, proiettato verso il futuro, una capacità di analisi e sintesi invidiabile.

Per lui il lavoro era un gioco. Lui sapeva sempre cogliere il lato comico delle situazioni. L’ironia era una sua caratteristica. Una bella persona oltre che un grande professionista. Preciso, trasparente, sensibile.

La macchina organizzativa dei Pooh era opera sua. Non c’era limite alla sua creatività: i palchi enormi, i fumi, i laser, i Tir carichi di apparecchiature. Il suo motto era: "Divertirsi, costi quel che costi" e in questo luna park i Pooh si scatenavano e generavano entusiasmo.

Scrive così nel testo di "Se c'è un posto nel tuo cuore":

"Riposa gli occhi e non pensare,

c'è la notte che ti aiuta

e dormi e lasciami giocare

a quando non sarai più qui..."

Stefano non è più qui, ma resta l'impronta indelebile di giorni infiniti.

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