Benvenuti in casa Esposito la pernacchia alla camorra

Geltrude Vollaro 21 Settembre 2021
Benvenuti in casa Esposito la pernacchia alla camorra

Il 23 settembre esce nelle sale l'ultimo film di Gianluca Ansanelli, con Giovanni Esposito, Antonia Truppo e Francesco Di Leva, tratto dal primo romanzo della trilogia della saga camorristica degli Esposito di Pino Imperatore: "Benvenuti in casa Esposito".

La famiglia "allargata" degli Esposito composta dalla moglie Patrizia, da quattro figli, dalla mamma, da due suoceri, una colf ucraina, un coniglio e due iguane, vive in una palazzina a tre piani nel rione Sanità, un quartiere che rispecchia le contraddizioni della città di Napoli, difficile, complessa e allo stesso tempo affascinante.
Il protagonista è Tonino Esposito conosciuto da tutti come 'O fesso, il peggior camorrista della storia. Tonino "nun tene 'a stoffa" del padre indiscusso super boss del quartiere fino alla sua morte per "adempimento del proprio dovere".

Tonino è un buono, inadeguato al contesto in cui è nato e cresciuto. Personaggio interpretato magistralmente da Giovanni Esposito che con istrionica maestrìa ne mostra la goffaggine, l'ingenuità, il disagio e la consapevolezza di essere un uomo mediocre. Il suo essere impacciato, la sua logica "fantozziana" lo spingono in situazioni a dir poco paradossali che mettono a dura prova la pazienza del Boss reggente che alla famiglia di Tonino elargisce un sussidio mensile a memoria e rispetto per il padre.
Tonino per orgoglio, per riscatto, per dignità rifiuta la proposta del boss a ritirarsi completamente dall'attività di riscossione del "contributo alla sicurezza" (riscossione del pizzo) in cambio del "reddito di cittadinanza" che vedrebbe le sue entrate raddoppiare, ma il rispetto per sè stesso diminuire. La sua indole buona supportata dalla figlia per prima e dal resto della famiglia dopo fa vedere al protagonista una strada alternativa alla delinquenza.

Ed è la strada alternativa alla camorra che bisogna mostrare ai ragazzi, alle famiglie, al territorio. Pino Imperatore con il suo umorismo disintegra l'immagine forte del boss che diventa vulnerabile, lo tira giù dal piedistallo, lo rende umano denudandolo nella sua quotidianità.
La penna di Pino Imperatore è ironia pungente, è intelligenza umoristica, è originalità, è riflessione. Questo stile tipico dell'umorismo napoletano crea stati d'animo alternanti di risate e amarezza, di sorrisi e  pensieri. Pensieri profondi che scuotono la coscienza, pensieri che sono piccoli buffetti sulla guancia.
Comicità verace, mai banale e ben lontana dai luoghi comuni.

Nella conferenza stampa tenuta ieri mattina Peppe Lanzetta ha dichiarato:
"Napoli negli ultimi tempi è diventato un set stellare. Secondo me bisogna recuperare un pò di quell'agrodolce che questo film fa emergere e bisogna racchiudere la città non solo negli stereotipi, ma raccontarla con più elasticità. La sintesi di questa città è che è tragica e comica allo stesso tempo, gli archetipi rimangono questi. Questa città andando oltre i luoghi comuni può dare tanto. Come attore mi sono emozionato ad interpretare quel ruolo e mi sono detto che siccome questa città contina a stupirmi, bisogna essere più teneri e nel contempo più severi e dare il meglio.
In Benvenuti in casa Esposito si vedono le maschere della commedia dell'arte, le nostre maschere".

Protagonisti sono anche i luoghi meno noti della città che grazie ai personaggi vengono valorizzati. Il cimitero delle Fontanelle, ex ossario meglio conosciuto  come il cimitero delle "capuzzelle", le anime "pezzentelle" che vengono adottate dai napoletani in cambio di grazie e protezione, la Chiesa di San Carlo all'Arena, dove si può ammirare il Cristo dei poveri, la Chiesa di Santa Luciella dove è custodito l'unico teschio con le orecchie, noto come 'a capuzzella che rrecchie e l'orto botanico, oasi verde nel cuore della città, presidio di importanza scientifica internazionale.

Napoli è una protagonista a tutti gli effetti, con i suoi spazi e i suoi tempi. Una città dalle mille contraddizioni, dalle mille fusioni, decantata e martoriata allo stesso tempo, sputtanata e ammirata, una città camaleontica, una culla di storia, tradizioni, arte e cultura.
Pino Imperatore le rende omaggio nel modo tutto suo quello di sdrammatizzare senza sminuire, quello di ridere senza offendere.
Benvenuti in casa Esposito è un messaggio di speranza, la luce in fondo al tunnel, la risata dopo la lacrima, la calma dopo la rabbia. Va fatto vedere questo film nelle scuole per aprire al dibattito le giovani menti, per accompagnarle alla riflessione, per portale sulla strada alternativa che ci indica l'autore.





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