Dichiarazione dei redditi anni pregressi, quali si possono cestinare nel 2023

Giuseppe Montuori * 2 Ottobre 2023
Dichiarazione dei redditi anni pregressi, quali si possono cestinare nel 2023

Annualmente nel periodo compreso tra maggio e novembre, gli italiani, sono alle prese, almeno quelli obbligati per legge, alla presentazione della propria dichiarazione dei redditi, scegliendo, naturalmente quella più consona alla propria posizione reddituale.

È bene precisare che non è tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi chi possiede solo redditi di pensione, di lavoro dipendente – con un solo datore di lavoro – e non si posseggono redditi di terreni e/o fabbricati.

A tal uopo, è bene precisare che, per i possessori di redditi di lavoro dipendente, nonché per i titolari di redditi assimilati  a quelli di lavoro dipendente (tra questi, l'art. 50 del TUIR annovera ad esempio, le borse di studio, gli assegni periodici percepiti dal coniuge separato o divorziato, i compensi dei giudici tributari…), che hanno un datore di lavoro ovvero un ente previdenziale che svolge il ruolo di sostituto d'imposta (il sostituto di imposta è quel soggetto pubblico o privato che prende il posto del contribuente nei rapporti con l'amministrazione finanziaria) presentano il Modello 730, mentre, i lavoratori autonomi, professionisti, titolari di reddito d'impresa presentano il modello Redditi Persone Fisiche.

Infine c’è chi, pur non essendo obbligato alla presentazione della dichiarazione, decide comunque di farla per recuperare le spese detraibili (sono quelle che vengono sottratte dall’Irpef) e le spese/oneri deducibili (sono quelle che vengono sottratte dal reddito complessivo) e, quindi, chiedere il rimborso dell’Imposta sul reddito delle persone fisiche, più comunamente detta Irpef.

A prescindere se uno decide di rivolgersi ad un CAF piuttosto che ad un commercialista, ecc., ovvero decide di utilizzare quella precompilata, in ogni caso, quando si fa la dichiarazione dei redditi è necessario conservare sia la stampa del modello presentato che la relativa ricevuta dell’Agenzia delle Entrate.

È consigliabile altresì conservare anche la documentazione giustificativa delle spese sostenute ed indicate in dichiarazione, in quanto in caso di un eventuale controllo del fisco è obbligatorio presentarle. Forse l’unica eccezione potrebbe essere la conservazione degli scontrini fiscali per acquisti di medicinali, infatti, per quest’ultimi l’Amministrazione finanziaria possiede già l’elenco dei medicinali acquistati nelle varie farmacie.

Questo comporta, tuttavia la tenuta di tanta documentazione fino a quando la legge lo impone e, in tal senso, la vigente normativa prevede che l’Agenzia delle Entrate ha il potere di fare accertamenti della specie, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla presentazione della dichiarazione dei redditi (art. 43, DPR nr.600/73, 1° comma).

Questo vuol dire che, il contribuente, dovrà conservare/archiviare fino al 31 dicembre 2028 il mod. 730/2023 (relativo al periodo d’imposta 2022). Ciò detto, appare chiaro che, allo stato, il contribuente può cestinare la dichiarazione dei redditi, sia essa Modello 730/2017 che Modello Redditi Persone Fisiche 2017, relativa al periodo d’imposta 2016.

Occorre però precisare che in caso di spese deducibili in più anni ad esempio spese di ristrutturazione edilizie  sostenute nel periodo d’imposta 2019 (indicate nella dichiarazione presentata nel 2020), che danno diritto alla detrazione del 50% da ripartire in 10 rate annuali di pari importo, l’ultima delle 10 rate sarà indicata nel mod. 730/2030 (periodo d’imposta 2029) e, la conservazione di tale ultimo documento e di tutta la relativa documentazione giustificativa del bonus edilizio utilizzato (fatture, ricevute pagamento, bonifico, ecc.), in virtù di quanto in precedenza esplicitato, dovrà avvenire fino 31 dicembre 2035.


* (Dottore in Scienze della Pubblica Amministrazione) 

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