Giorgia Meloni tra Europa e Stati Uniti

Giuseppe Montuori * 16 Gennaio 2025
Giorgia Meloni tra Europa e Stati Uniti

Il 2025, molto verosimilmente, sarà l’anno del cambiamento di molte cose a livello internazionale, il via lo ha dato senza dubbio la 60^ elezione presidenziale negli Stati Uniti d'America, avvenuta lo scorso 5 novembre 2024 che ha visto vittorioso il magnate americano “Donald Trump”, il quale in qualità di 47° Presidente, il 20 gennaio 2025, giurerà al Campidoglio di Washington.  Per tanti (politici ed economisti) il neo eletto alla casa bianca è una incognita che potrebbe portare cambiamenti radicali a tutti i livelli, non ultimi i propositi di predominio ed espansione degli States, sicuramente mirati ad un ridimensionamento della Repubblica Popolare Cinese apportando, nel contempo, una ventata di stabilità all’alleata (ma comunque subalterna) Europa, vista la non propria florida situazione politico/economica di alcuni Stati del vecchio continente quali la Francia, Germania, Inghilterra, quantunque quest’ultima fuori dalla Ue, è pur sempre considerata dagli americani un partner amico di lungo corso.  Sono lontani i tempi in cui Nicolas Sarkozy, Angela Merkel e Tony Blair, dettavano legge in Europa,  i primi due - come confermato dallo stesso ex presidente francese nel suo libro 'Il tempo delle battaglie' - furono gli autori delle dimissioni prima di Giorgos Papandreu e poi di Silvio Berlusconi, che avvennero il 12 novembre del 2011, cedendo il posto a Mario Monti.  

I  tempi in cui sia Sarkozy che l’ex cancelliere tedesca (Merkel) nel corso di una conferenza stampa risposero ad una domanda di un giornalista sull’attendibilità degli impegni assunti dal nostro Paese con un sorriso, sono oramai lontani, oggi sia la Francia di Emmanuel Macron che la Germania di Olaf Scholz versano in una crisi (soprattutto i Transalpini) prima politica e poi economica.  Per molti, infatti, la crisi politica francese porterà scompiglio anche in ambito economico che, a sua volta, peggiorerà ancor di più quella politica, tutto ha avuto inizio da una bruttissima situazione dei conti pubblici e da una legge di bilancio per risanarli senza il consuetudinario passaggio parlamentare, mentre  quella tedesca sembra meno grave, almeno dal punto di vista della situazione parlamentare.    La crisi interna dei due Paesi, ha finito per peggiorare anche i rapporti tra entrambi, con una Francia  più protezionista ed una Germania più liberista. I francesi accusano la Germania con la fissazione della limitazione del debito mentre i tedeschi accusano la Francia, di essere spendacciona, i due pilastri europei, oltre ad essere sempre più deboli sia politicamente che economicamente, sembrano tuttavia sempre più confusi e distanti.  Egoisticamente parlando c’è chi gode per questa situazione, con i transalpini sempre pronti a dare lezione agli altri e, ora, non riescono ad uscire dal guado ed i tedeschi che non sanno a chi aggrapparsi tra Washington, Pechino e Mosca.  Tutto ciò sta portando l’Europa sul ciglio di un baratro, indebolendo, indirettamente sia la posizione della Comunità europea che della Von der Leyen.  Da donna intelligente qual’è, quest’ultima ha capito che l’unica che può darle una mano a risollevare le sorti di una Europa (non troppo)  unita è la premier italiana (Giorgia Meloni), che grazie alla sua intelligenza politica e al suo savoir faire, sta riscuotendo successi e gratificazioni ovunque (Europa, America, Africa, Medio Oriente, Cina…). 

Lo ha capito Donald Trump, che ha individuato in Giorgia Meloni l’unico  leader politico che probabilmente può  giocare un ruolo di rilievo nei rapporti USA e UE, visto i problemi interni di altri Stati europei e la stabilità dell’Italia. Circa la collocazione del nostro Paese nella governance mondiale, in uno dei suoi ultimi editoriali, il direttore Roberto Napoletano ha, tra l’altro, ribadito che alla fine Trump non farà i tanti decantati danni, non è così sprovveduto, egli sa che gli interessi degli Stati Uniti non si perseguono rompendo con i mercati mondiali dei quali  ne ha comunque bisogno, come gli altri hanno bisogno dell’America. In tale contesto non passa inosservata agli occhi di tutti la positiva eccezione del belpaese (rispetto ad altri Stati europei), con un governo stabile ed un’economia  capace di produrre occupazione.  Per molti addetti ai lavori se Trump dovesse imporre ipotetici dazi, non lo farebbe a tappeto bensì nei confronti di determinati prodotti merceologici ed è ovvio che se volesse colpire un Paese, assoggetterebbe a maggior tributo i prodotti di quel dato paese.  Ciò detto, visto che l’Italia, grazie alla premier Giorgia Meloni vanta un rapporto privilegiato col neo eletto alla casa bianca, non è da escludere a priori una interlocuzione politica/economica speciale, della quale ne trarrebbero vantaggio anche i nostri mercati e, perché no, indirettamente la stessa Europa.  In conclusione, qualche merito alla presidente del consiglio va dato, perché se oggi l’Italia occupa un posto di rilievo nello scacchiere internazionale, probabilmente è (soprattutto) merito suo.  In tal senso, a fine ottobre 2022 Corrado Formigli scriveva di G. Meloni che era una leader “dura, coraggiosa e coerente”, infine per il quotidiano statunitense Politicoè la persona più potente d’Europa per il 2025, complice anche la debolezza di Parigi e Berlino”, è una figura che è riuscita ad affermare anche in ambito europeo la sua politica sia in materia di migranti che dei diritti civili, passati dall’indifferenza all’approvazione. Oggi sia Bruxelles che Washington ben volentieri si interfacciano con lei. Recentemente il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nicola Gratteri ha affermato “Non è stato solo uno spot come pensavo anche io all’inizio, a Caivano sono state fatte cose concrete ….  queste misure disposte dal governo, presto dovrebbero riguardare altre sette periferie tra Milano, Roma, Foggia, la Calabria e la Sicilia oltre che a Scampia…”, qualcun altro, come affermato dallo stesso parroco anticamorra don Maurizio Patriciello, “…ha pensato solo a criticare …. ”, tutti ricorderanno quelle frasi “…passeggiate elettorali..”,  “..che ca…  ci vengono a fare”,  “…pellegrinaggi dei ministri del governo Meloni….”,  “…solo una operazione di facciata… “. Sarebbe il caso di concludere con una vecchia frase del grande Renzo Arbore “.. meditate gente, meditate..”.


* (Dottore in Scienze della Pubblica Amministrazione) 

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