In ricordo di Stefano Furlan: un evento promosso dagli Ultras di Regime Biancorosso

Redazione 7 Luglio 2025
In ricordo di Stefano Furlan: un evento promosso dagli Ultras di Regime Biancorosso

Il tifo organizzato, quello passionale e genuino, s’è ritrovato l’altra sera – in aula consiliare, a San Gennaro Vesuviano – per ricordare un ragazzo che purtroppo non c’è più: si chiamava Stefano Furlan ed era un ultras della Triestina, prematuramente scomparso il primo marzo del 1984.

A promuovere l’iniziativa è stato il gruppo Regime Biancorosso, composto dagli ultras della Sangennarese 1916, che per l’occasione ha invitato i referenti dell’associazione Stefano Presente, nata proprio per sensibilizzare il mondo del tifo organizzato sulla vicenda che ha purtroppo portato alla morte di Furlan.

Stefano ha la sciarpa della Triestina al collo quando, un pomeriggio di 41 anni fa, si sta dirigendo verso la sua auto al termine della partita Triestina-Udinese, match valevole per l’andata degli Ottavi di Finale di Coppa Italia: la gara fu disputata l’8 febbraio 1984, terminando sullo zero a zero e, sebbene si trattasse di un derby molto sentito, in seguito le due tifoserie lasceranno il vecchio stadio “Giuseppe Grezar” senza particolari scaramucce, solo pochi disordini, ma nulla più.

Purtroppo, ma non se ne conoscono le ragioni o le motivazioni, degli agenti di Polizia incrociano Furlan, vedono che ha la sciarpa della Triestina al collo e pensano che sia un ultras degli alabardati, resosi protagonista – secondo la versione poi fornita dai poliziotti – di atti di vandalismo all’esterno dello stadio e di aver preso parte a dei tafferugli scoppiati tra le opposte tifoserie.

Stefano venne colpito da una manganellata alla testa e, in seguito, fu portato in Questura per essere sottoposto ad interrogatorio; rilasciato, tornerà a casa soltanto in serata, ma il giorno successivo si sentirà male e, poco dopo, dovrà essere trasportato d’urgenza in ospedale dove finirà in coma, restandovi per ben tre settimane.

Una condizione dalla quale, purtroppo, l’ultras della Triestina non si riprenderà più, esalando l’ultimo respiro la sera del 1 marzo del 1984.

La giustizia fece il suo corso e venne appurato che Stefano Furlan non si era reso responsabile di alcun reato, né tantomeno aveva preso parte a tafferugli tra i tifosi. L’agente che l’aveva colpito col manganello (procurandogli un danno cerebrale purtroppo fatale), era un giovane di 21 anni, allievo della Scuola di Polizia a Trieste: fu condannato ad un anno di reclusione per «eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi», ma da incensurato non andrà mai in carcere.

I tifosi della Sangennarese hanno voluto fortemente questa serata, ricevendo il pieno sostegno delle istituzioni locali.

«L’evento in memoria di Stefano Furlan, tifoso triestino scomparso tragicamente, è stato per noi un momento di grande significato. Un’occasione intensa, sentita e partecipata, per ricordare e onorare il suo nome insieme a chi, ogni giorno, tiene viva la sua memoria», queste le parole di Vincenzo Nunziata, capo ultras del gruppo Regime Biancorosso.

«Un sentito ringraziamento – ha aggiunto Nunziata – va all’Amministrazione Comunale, a Gianni Manzi e agli assessori presenti Giusy Ascolese e Raffaele Bosone, al sindaco Antonio Russo e al vice-sindaco Carmine Castaldo Tuccillo, che fin da subito si sono dimostrati disponibili e vicini alla nostra iniziativa. La loro presenza non è stata solo istituzionale, ma umana e sincera, e per questo li ringraziamo di cuore».

Nunziata ha poi così concluso: «Un grazie speciale ai nostri dirigenti della Sangennarese 1916: Aniello Giugliano, Antonio Claudio Catapano e Giuseppe Giugliano, che, come sempre, ci hanno resi orgogliosi non solo con la loro presenza, ma anche con un gesto simbolico, ma di grande valore: la donazione di una maglia ufficiale e della tessera onoraria della nostra squadra alla delegazione dell’associazione "Stefano Presente", ospite dell’evento e attiva in tutta Italia nel custodire e tramandare il ricordo di Stefano. Grazie alle tifoserie amiche che fisicamente o col pensiero erano al nostro fianco, la vostra vicinanza rafforza quel legame che va oltre il calcio, fatto di rispetto, memoria e passione condivisa. Questo evento ci ha ricordato che siamo una piccola realtà calcistica ma ricca di valori profondi, e grazie a questi valori nascono gesti e momenti che lasciano un segno profondo, perché nel calcio come nella vita, ciò che resta è il cuore che mettiamo in ciò che facciamo».

Un modo significativo e lodevole, quello realizzato dal gruppo del Regime Biancorosso, anche per instaurare nuovi rapporti nel panorama ultras nazionale, per un paesino di 12.000 anime che vive per la passione per il calcio, legato ad una squadra che compirà a breve i 110 anni dalla fondazione.

ULTIMI ARTICOLI