Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: cos'è e quali sono gli obiettivi da raggiungere

Giuseppe Montuori * 5 Maggio 2023
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: cos'è e quali sono gli obiettivi da raggiungere

PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA

Questo breve elaborato vuole essere una sintesi esplicativa di uno “strumento” appositamente creato dalla Comunità europea, con l'idea di istituire un fondo per risollevare le economie dei Paesi membri, la cui proposta fu dapprima avanzata nell'aprile 2020 e definitivamente approvata dal Consiglio europeo nel luglio 2020.

Cosa significa PNRR

PNRR significa “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. È il documento che il Governo italiano in data 30 aprile 2021 ha predisposto per illustrare alla Commissione europea come il nostro Paese intende investire i fondi nell’ambito del programma Next generation Eu. Il Piano è stato approvato il 13 luglio 2021 (dall’allora governo Draghi).

Cos’è

Il PNRR (Piano di Ripresa e Resilienza) non è altro che il documento richiesto dalla Commissione europea a ciascuno degli Stati membri per accedere ai fondi del Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF). Quest’ultimo è uno strumento che fa parte nella Next Generation EU (NEU-detto anche Recovery Fund), vale a dire il piano da 750 miliardi di euro che la Commissione Europea ha messo a disposizione degli Stati membri, nell’intento di arginare i disastri provocati nel 2020 dall’inattesa e indesiderata pandemia provocata dal corona virus (Covid-19).

 

Quali gli obiettivi che l’Italia si prefigge di raggiungere

 

I principali obiettivi del PNRR italiano sono i tre assi strategici su cui si erge il Next Generation EU, ovvero:

  1. transizione digitale e innovazione: il nostro Paese èmolto indietro rispetto agli altri Stati europei, sia nel pubblico che nel privato. Obiettivo principale è quello di snellire la Pubblica Amministrazione, rendendola più semplice ed economica a vantaggio sia delle imprese che dei cittadini, anche mediante la creazione di reti più veloci, con l’obiettivo di modernizzare la Nazione. Non meno importante è la riforma della giustizia, allo scopo di ridurre la durata dei procedimenti giudiziari, soprattutto civili, oltre al ridimensionamento del forte peso degli arretrati;
  2. transizione ecologica: tra gli obietti vi è quello di ridurre le emissioni nocive per prevenire e contrastare il dissesto territoriale aumentando la resilienza ai cambiamenti climatici, favorire la transizione verde del Paese puntando su energia prodotta da fonti rinnovabili, ecc.;
  3. inclusione sociale e riequilibrio territoriale: favorendo lo sviluppo del Mezzogiorno, l’occupazione (soprattutto giovanile) e l’imprenditorialità femminile, migliorare la coesione territoriale contrastando le discriminazioni di genere.

È previsto che la maggior parte dei fondi del Next Generation EU sia erogata entro il 2025. Essi, nel rispetto dei tre campi di intervento summenzionati, devono essere utilizzati entro il 31 dicembre 2026, che quindi può essere considerata la data di completamento del PNRR. L'erogazione dei fondi europei, a ogni modo, è strettamente condizionata dall'attuazione di una serie di riforme da parte degli Stati membri, che variano da Paese a Paese. Nell’ambito della Next Generation EU all’Italia e stata assegnata la quota più consistente dei prestiti.

In una intervista “Rai” del 26 aprile 2023, il ministro Fitto ha, tra l’altro, dichiarato che “l'obiettivo del Governo è di dare al Paese un'attuazione piena del Pnrr, e che attraverso un proficuo confronto con la Commissione, sarà chiesta una maggior flessibilità per spostare la programmazione di investimenti fino al 2027 che dà tempo fino a dicembre 2029 per la rendicontazione. Redigendo nel frattempo il RepowerEU (il piano è incentrato sul sostegno alla transizione verso l'energia pulita, ed è teso altresì a ridurre rapidamente l'eccessiva dipendenza dell'UE dalle importazioni di gas, petrolio e carbone russi), che conterrà una parte di interventi infrastrutturali”. "Anche se nulla è impossibile, la fine del 2026 resta la scadenza che gli Stati membri devono rispettare per l'attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dai Piani nazionali (Pnrr), perché una proroga è improbabile a causa delle complesse e difficili procedure che sarebbero necessarie per deciderla. Aggiustamenti parziali dei piani sono invece possibili se giustificati da ragioni oggettive”. Lo hanno affermato il vicepresidente esecutivo della Commissione europea (Valdis Dombrovskis) e il commissario Ue all'Economia (Paolo Gentiloni), durante una delle ultime audizioni in riunione congiunta, a Strasburgo.

Detto ciò, allo scopo di accelerare i tempi del Pnrr ed evitare eventuali crisi alle aziende coinvolte, il ministero dell’Economia è andato incontro alle richieste pervenute soprattutto dagli enti locali, alle prese con le difficoltà attuative del Piano. Con la circolare 19/2023 la Ragioneria Generale dello Stato ha portato le anticipazioni di liquidità dal 10 al 30% del costo dell’opera, proprio per evitare che gli enti locali attuatori finiscano in crisi di liquidità. Di contro per ottenere gli anticipi, i progetti dovranno essere caricati sulla piattaforma “Regis”. Il sistema ReGiS, sviluppato dalla Ragioneria Generale dello Stato rappresenta la modalità unica attraverso cui le Amministrazioni centrali e territoriali, possono adempiere agli obblighi di monitoraggio, rendicontazione e controllo delle misure e dei progetti finanziati dal PNRR. ReGiS è rivolto, dunque, alla rilevazione e diffusione dei dati di monitoraggio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e mira a supportare gli adempimenti di rendicontazione e controllo previsti dalla normativa vigente. L’aggiornamento del portale deve avvenire mensilmente.


* (Dottore in Scienze della Pubblica Amministrazione)

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