Addio a raccomandate e avvisi cartacei: nasce il domicilio digitale

Giuseppe Montuori * 17 Ottobre 2023
Addio a raccomandate e avvisi cartacei: nasce il domicilio digitale

Nasce il domicilio digitale (introdotto dall'art. 37 del D.L. 76/2020 - Decreto Semplificazioni), vale a dire la modalità attraverso la quale la Pubblica amministrazione può notificare “online” i propri atti, sia essi semplici certificati, che sanzioni amministrative per violazione al codice della strada, piuttosto che cartelle del fisco, direttamente sul personal computer di ciascun cittadino, abbreviando in tal guisa tempi e costi vari. Finora, tale prerogativa, era riservata solamente a coloro i quali risultavano iscritti a un ordine/albo professionale, collegio, imprese, ecc., questo perché già in possesso di una casella di Posta elettronica certificata (Pec).

Quest’ultimi, già da tempo comunicano con l'Agenzia delle Entrate, in tal modo. Per tutti i cittadini è nato oramai INAD,  acronimo di Indice Nazionale dei Domini Digitali, in sostanza una grande raccolta di indirizzi ordinati, quindi un grande elenco pubblico di nomi e cognomi e indirizzi accompagnati dalla "chiocciolina" (@) - da tutti consultabile - quindi una identità virtuale al quale ognuno può iscriversi e registrare il proprio "domicilio digitale", naturalmente collegato ad un indirizzo di  Posta elettronica certificata, in modo da poter ricevere le comunicazioni inoltrate dalla Pubblica amministrazione.

In questo modo non occorrono più cassette delle lettere, il servizio dei postini con la relativa presenza presso il proprio domicilio per firmare la raccomandata con ricevuta di ritorno, ovvero in caso contrario ritornare presso l’Ufficio postale competente (muniti di apposito avviso lasciato nella buca della posta), per ritirare la lettera e/o plico assicurato ecc. Tale modus-operandi consente ad ogni cittadino di avere un recapito virtuale in cui può essere raggiunto in ogni momento, a condizione però che sia iscritto all'Inad. Per iscriversi basta utilizzare il Sistema pubblico di identità digitale, la Carta di identità elettronica ovvero la Carta nazionale dei servizi e, in tal modo, il singolo cittadino può collegarsi direttamente al sito www.domiciliodigitale.gov.it., naturalmente utilizzando la procedura indicata per l'iscrizione al domicilio digitale associato alla propria Pec.

Attraverso l'Inad, gli uffici della PA risaliranno all’interessato cui inoltrare l'avviso. È sufficiente inserire il codice fiscale del nominativo di cui si vuole conoscere il domicilio digitale. Se è iscritto al registro, sia il nome che l’indirizzo saranno immediatamente disponibili. Dallo scorso 6 luglio, il servizio è già in funzione e lo potrà eleggere chiunque, compresi i professionisti non iscritti agli Albi. Le notifiche inviate tramite domicilio digitale hanno lo stesso valore legale delle raccomandate con ricevuta di ritorno, garantendo così la certezza e la tempestività della consegna.

Ribadiamo, tuttavia, che non vi è alcun obbligo per i cittadini di attivare una casella Pec. Infatti, in mancanza del domicilio digitale registrato su Inad, la Pubblica Amministrazione continuerà a dialogare col cittadino attraverso i canali tradizionali, ivi compresa la posta cartacea.

Va ribadito altresì che l’Ordine di appartenenza del professionista iscritto, deve diffidare quest’ultimo a munirsi di apposito domicilio digitale entro trenta giorni, trascorsi i quali, l’iscritto che non adempie all’obbligo, sarà sanzionato con la sospensione della propria attività professionale, fino a quando non provvede a munirsi e comunicare all’Ordine l’avvenuta attivazione dell’indirizzo digitale.  In chiusura, appare opportuno soggiungere che, qualora gli Ordini territoriali omettano di pubblicare l’elenco riservato, consultabile esclusivamente dalla Pubbliche Amministrazione, contenente i dati identificativi degli iscritti e il relativo domicilio digitale, ovvero rifiutino di comunicare alla PA tali dati, ciò comporterà lo scioglimento e il commissariamento del relativo Consiglio dell’Ordine inadempiente, ad opera del Ministero della Giustizia.


* (Dottore in Scienze della Pubblica Amministrazione) 

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