AMERICAN TRAVELS - THE BIG APPLE, MELTING POT, SALAD BOWL
P. Gerardo Santella 24 Settembre 2025
Sono le tre espressioni con cui generalmente si definisce la città di new York.
The Big Apple
Il primo a chiamare New York City LA GRANDE MELA fu lo scrittore americano Martin Wayfarer, che nel 1909 così scriveva: “Per il resto dell’America New York è come una grande mela che succhia per sé tutta la linfa dell’albero…”.
L’espressione ricompare anni dopo nel gergo degli artisti del jazz: “Per gli attori affamati, per i musicanti squattrinati e per le prostitute di provincia, Broadway è la grande mela agognata e irraggiungibile” (Walter Mitchell, 1922).
Ma il successo internazionale di questo soprannome lo si deve soprattutto a Charles Gillet, presidente dell’Ente Turismo della città, che nel 1971 lancia una grande campagna pubblicitaria incentrata sulla immagine della Big Apple.
Una grossa mela.
Sui manifesti la mela è colorata di rosso, non di verde, come fu l’immagine dei Beatles. Sembra una delle belle, lucide, nostrane mele Delizia della Val di Non in Trentino. Ha un sapore casalingo, familiare.
Anche New York è deliziosa da assaggiare un morso dopo l’altro, da gustare con soddisfazione, conoscendone gli aspetti soliti e insoliti.
Melting pot
Tradotta come “crogiolo”, “calderone”, “minestrone”) è l’espressione che si usa per specificare un tipo di società che permette l’unione di popoli di origini diverse per etnia, religione, cultura, ecc.), con l’idea di costituire una comunità.
Usata in generale per la società degli Stati Uniti d’America, l’immagine del “calderone, usata la prima volta da Israel Zangwill nell’opera Melting Pot, pubblicata nel (1908). è anche uno dei nomignoli di New York per il fatto che una caratteristica della città più importante è la convivenza di persone con culture tra loro diverse, come in un vero e proprio grosso calderone pieno di ingredienti diversi.
Salad Bowl
Il salad bowl, insalatiera, invece è l’integrazione delle diverse culture degli Stati Uniti che si mettono insieme come in una insalata senza mescolarsi e fondersi. New York può essere considerata anche come una “insalatiera”.
Diverse culture sono come ingredienti nell’insalata ma non formano insieme un’unica cultura. La questione dell’inserimento delle varie culture non va visto come un ostacolo, ma come una possibilità di arricchimento culturale e sociale sia per chi si è integrato, sia per chi viene integrato.
New
Mi viene da dire che il “New” di “York” non è da tradurre semplicemente come Nuova, manche come rinnovata, nel senso che New York è una città che cambia e si rinnova continuamente, come può constatare chiunque ci sia ritornato più di una volta. Me ne sono sempre tornato con il rimpianto di non aver visto un luogo, un monumento, un edificio, un parco, un quartiere che avevo messo in programma di rivedere e avevo segnato sul taccuino selezionandoli da guide, libri e film, che mi avevano interessato o incuriosito.
E poi, gli stessi luoghi che avevi visitato la prima volta, la seconda e la terza dovresti rivederli perché nel frattempo sono cambiati e diventati molto diversi.
Forse un viaggiatore, che fosse andato a New York con il proposito di rimanere nella città il tempo necessario per vedere tutto quanto gli consiglia una guida turistica, dovrebbe rimanere in città per sempre perché, dopo aver visto tutto, dovrebbe ricominciare daccapo.
La Grande Mela si lascia mordere ma mai consumare del tutto.


