AMERICAN TRAVELS: MUSEI
P. Gerardo Santella 10 Dicembre 2025
Sono più di 150 i musei di New York. C’è il Metropolitan. Due milioni di oggetti, che abbracciano tutta la Terra, dall’antichità ai nostri giorni, con varie sezioni, che sono musei nel museo, oltre a esposizioni temporanee.
Ad esempio, ti piace la moda? Puoi aggirarti tra 75mila articoli dal XV secolo a oggi, che comprendono tanto l’alta moda quanto abiti originali e completi di abbigliamento d’epoca con tanto di accessori.
Devi scegliere con calma, per non rischiare di perderti. Potresti essere colpito dalla “sindrome di Stendhal”, il forte turbamento emotivo, avvertito talora dai visitatori, prodotto da overdose di contemplazione dei prodotti artistici, che può portare anche allo svenimento, come successe appunto a Stendhal, romanziere francese dell’Ottocento, in visita alla galleria degli uffizi di Firenze.
Programma di passarci una intera giornata, come se fosse una escursione in un “altrove” spazio-temporale. E se ci vai un venerdì o un sabato, dopo le 17 puoi prendere un drink o un the sulla balconata con il sottofondo di un quartetto d’archi che esegue musica classica nella hall, spesso suonando strumenti antichi che fanno parte della collezione stessa del museo.
C’è il Guggheneim con la sua originale struttura architettonica a spirale all’esterno e all’interno dove i visitatori che salgono per la scala che porta ai vari piani superiori. vedono ma non incontrano mai quelli che da su scendono ai piani inferiori.
C’è il Museo di Storia naturale, famoso per i i suoi imponenti scheletri di dinosauri, le sue ricostruzioni di habitat di mammiferi africani, asiatici e nordamericani, per il modello in grandezza naturale di una balenottera azzurra che pende dal soffitto. Un luogo che piace soprattutto ai bambini, che lo vivono come un meraviglioso spazio fantastico.
C’è il Brooklyn Museum, all’interno del quale trovi intere case coloniali, all’interno delle quali puoi ammirare tuti gli arredi d’epoca.
E all’ultimo piano Dinner Party, l’opera icona di Judy Chicago, una tavola di circa 15 metri dalla forma di un triangolo equilatero. Ogni posto della tavola include un telo ricamato con il nome di una donna celebre - insieme ad immagini e simboli ad essa collegati - un tovagliolo, posate, un calice e un piatto in ceramica dipinto a mano. 
La tavola comprende 39 posti che corrispondono ad altrettante donne della storia dell’Umanità, dalla Preistoria al Femminismo. Per curiosità, due le italiane: la nobile mecenate Isabelle d’Este, marchesa di Mantova, del Cinquecento e la pittrice Artemisia Gentileschi del Seicento.
L’Ultima cena di Andy Warhol - 2010
Al Brooklyn Museum in mostra lavori degli ultimi 10 anni (1977-1987) di Andy Warhol, l’artista più famoso della Pop Art americana.
Accanto a vari autoritratti (ma quel caratteristico caschetto di capelli bianchi era naturale o posticcio?), all’attrice Marilyn Monroe serializzata, come anche Elvis Presley, il re del rock and roll, Alla Campbell Soap e alla Coca Cola, ai dipinti-ritratti dei suoi amici famosi, un Vesuvio in bianco e nero FOTO, facente parte di una serie commissionata dal gallerista napoletano Gianni Amelio, che, dopo il terremoto in Irpinia del 23 novembre 1981, invitò i maggiori artisti contemporanei a partecipare alla mostra “Terrae Motus”, che avrebbe dovuto rappresentare, attraverso il contributo dell’arte, la rinascita dopo la catastrofe…
E una straordinaria “Ultima Cena”, che occupa l’intera parete di una vasta sala.
Le figure di Cristo e degli apostoli, sovrapposte e moltiplicate, si mescolano a oggetti feticci della società industriale che tutto stritola e banalizza nel calderone del consumo.
Andy Warhol: un trasgressivo che, a 25 anni dalla morte, si vede come un “classico”, come succede ai grandi artisti di ogni tempo.



















































