CARNEVALE PALMESE: il "genius locis" come valore dell'identità urbana

Luigi De Luca 7 Maggio 2022
CARNEVALE PALMESE:
il "genius locis" come valore dell'identità urbana

Continua senza sosta l’itinerario promosso dalla Fondazione Carnevale Palmese alla riscoperta della storicità di una delle feste più sentite dai nostri concittadini, con la presentazione del penultimo volume “Patrimonio culturale e festività dei carnevali” (Le Penseur Edizioni), frutto di uno straordinario lavoro avviato dal Centro di Ricerca Int. “Alberto Calza Bini” dell’Università Federico II di Napoli.
  

Ad intervenire sono stati due dei tre curatori dell’opera, Teresa Colletta e Pasquale De Toro i quali, all’interno della sala convegni della biblioteca comunale “Luigi Michele Coppola” di Palma Campania, hanno interagito con un pubblico interessato e disponibile alle diverse sollecitazioni proposte dagli stessi ricercatori.

All’interno del volume, infatti, dei 109 carnevali complessivamente studiati, sono 22 quelli scelti per un ulteriore approfondimento e solamente 9 quelli maggiormente analizzati per la loro diversità rispetto agli altri e non di certo per la loro importanza. Tra questi nove – con grande gioia dell’uditorio – ci sono anche le “Quadriglie” di Palma Campania.


Come ha affermato lo storico di urbanistica Teresa Colletta «il Carnevale palmese era già stato inserito nel “Programme Creative Europe. Efhemeral Heritage of European Carnivals Rituals” (2014-2017) dallo stesso Centro di Ricerca Interdipartimentale “Alberto Calza Bini” in qualità di Partner ufficiale del Progetto denominato “CARNVAL”, che aveva – già da allora – l’obiettivo di avviare una maggiore conoscenza e riflessione scientifica sui carnevali della Regione Campania».

Inoltre il dato importante che unisce i diversi Carnevali campani sembra essere la «relazione che spesso intercorre tra i percorsi e gli spazi all’interno dei quali si intrecciano ora luoghi storici, ora ambientali. Sono essi, infatti, gli “attori” e gli “ispiratori” delle stesse feste locali» (P. De Toro).

“Strategico” è anche il luogo di sosta della festa, perché ci informa di quale sia la principale piazza del paese in questione, come quella di Palma Campania (Piazza De Martino) il cui perimetro crea una sorta di forma triangolare all’interno della quale le “Quadriglie” offrono un «momento individuale di liberazione, concedendo all’intera popolazione uno tratto di vita alternativa rispetto a quella vissuta quotidianamente. In questi casi la danza è fondamentale perché scandita da un rituale tutto particolare, non confacente però a quello di stile francese, motivo per cui resta ancora aperta la discussione riguardante la terminologia (stranamente plurale) usata per denominare le stesse “Quadriglie”, che rimane di origine francese» (T. Colletta). 

Ulteriore ed ultima caratteristica citata è quella del “cerchio”, non solo adottato nella piazza principale del paese ma anche lungo le “strade scelte” che pure dicono dell’importanza di alcuni itinerari urbani rispetto ad altri.
 

Sembra, dunque, uno studio variopinto dalle tante sfumature folkloristiche di un vasto territorio culturale come quello campano, dove il Carnevale Palmese risulta uno dei pochi a possedere una vera e propria certificazione storica (1859), prevedendone un chiaro documento scritto e ritrovato all’interno degli archivi curiali della diocesi di Nola.

Pertanto, tutto fa sperare in un continuo e fondato lavoro di ricerca, eventualmente arricchito dalle proposte di carattere urbanistico avanzate dai due ricercatori volte ad interessare e coinvolgere i futuri visitatori del nostro paese attraverso una ricca e dettagliata “segnaletica urbana” raffigurante momenti storici del nostro Carnevale anche quando il Carnevale non c'è.

Come? Realizzando, qualora fosse possibile, dei “totem informativi” compresi di QR code con la possibilità di collegarsi ad un sito web e visionare materiale audio-visivo ed informativo. Che dire, allora, se non Buon lavoro! a chi ha la responsabilità storica e sociale di tenere viva la memoria di una delle tradizioni tra le tante vissute all’interno del nostro paese, senza cadere nel pericolo – sottolineato dallo stesso P. De Toro – di assolutizzare nè di “spettacolarizzare” troppo l’evento per una maggiore attrazione turistica, oscurando così la reale identità del paese e della stessa festività locale.

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