Coronavirus, la crisi irreversibile dei fotografi

Redazione 24 Marzo 2021
Coronavirus, la crisi irreversibile dei fotografi

Tra le varie categorie fortemente penalizzate dalla Pandemia da Coronavirus, un posto al vertice spetta sicuramente ai fotografi. Sul nostro territorio non sono pochi coloro che lamentano una scarsa considerazione da parte del Governo nazionale, con un anno di Covid nel quale parecchie attività del settore sono andate in crisi profonda.

Agostino Gemito

«Stiamo vivendo una fase disastrosa. – evidenzia il fotografo palmese Agostino Gemito, il cui studio si trova a via Nuova Nola – Purtroppo non sappiamo come uscirne. Le istituzioni ci hanno dimenticato del tutto, siamo una delle categorie che sta vivendo in maniera pesante, per non dire drammatica, questa fase di Pandemia. Per noi – conclude Gemito – è come se il lock-down non fosse mai terminato».

Da San Gennaro Vesuviano, s’alza invece il grido di Michele Nappi, che ha la sua sede lavorativa in via Ferrovia.

Michele Nappi

«Siamo fermi, non possiamo fare nulla. Senza eventi e senza cerimonie, in pratica siamo morti. Alla fine, anche se ci lasciano aperti, non tutti perché dipende dal codice Ateco che abbiamo, comunque non possiamo fare nulla. È un anno che non si fanno feste, si vive di aria, la cosa grave è che abbiamo avuto fondi di sostegno, ma non è servito a granché. Chiusure e aperture ci hanno penalizzato. Al danno, è seguita anche la beffa: il venerdì sera sono arrivati i DPCM a chiuderci, quando avevamo un matrimonio il sabato mattina seguente. Stessa cosa dicasi per le comunioni la domenica successiva. Non ho più parole, si possono dire tante cose, ma la verità è che siamo proprio rovinati».

Salvatore D'Ambrosio

Infine, a parlare è un altro fotografo di Palma Campania, Salvatore D’Ambrosio di via Municipio: «Siamo alle prese con una crisi irreversibile. Chi ha fissato una cerimonia e se l’è vista annullare a causa dei DPCM, ha dovuto rinviare di sei mesi, un anno, una vera catastrofe per noi del settore. Il presente è incerto e non sappiamo cosa ci riserverà il futuro. Procediamo alla deriva, sperando solo che questo Covid passi, prima o poi».

ULTIMI ARTICOLI