FATTI ROSSONERI: Quando cinque vittorie non servirono a scongiurare la retrocessione

Gennaro Caliendo 30 Aprile 2021
FATTI ROSSONERI: Quando cinque vittorie non servirono a scongiurare la retrocessione

Campionato C2 1982/83. Quando cinque vittorie, nelle ultime sei partite di campionato, non servirono a scongiurare la retrocessione.

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L’amara retrocessione del 1982/83 parte da lontano, con una partita precisa, a connotare negativamente, il cammino dei rossoneri.

Partita casalinga con il Banco Roma. Il risultato finale è di 4 a 4 in una girandola di gol, di traverse, di rigori inesistenti, facilmente concessi, e, di converso, rigori sacrosanti negati.

Per la Palmese doppietta di Cangianiello, gol di Della Corte, il secondo in carriera con la maglia rossonera del laterale di sinistra, e rete di Di Emanuele.

Per i bancari a segno due volte Acori, entrambi su rigore, De Luca e Bratzu.

Protagonista assoluto della partita l’arbitro Santo Fassari di Catania con una direzione di gara “scandalosa” e che alla fine fu costretto a lasciare gli spogliatoi, a tarda sera, sotto scorta delle forze dell’ordine.

La Palmese per tutto l’arco del campionato navigò nei bassifondi della classifica. Nelle ultime sei partite di campionato gli uomini di mister Gianni Buonanno, subentrato a Celestino Boragine, che a sua volta aveva rivelato mister Adolfo Milite, fecero una ragguardevole sfilza di risultati postivi.

Alla 12^ giornata la Palmese, con una rete del bomber Fabrizi, espugnò il campo di Settebagni, sconfiggendo il Banco di Roma.

La domenica successiva al Comunale di via Querce ci fu derby contro la Grumese. Netto il successo dei padroni di casa per 4 a 1. Tripletta di Fabrizi e gol di Esposito. Con il successo sui rossoverdi la Palmese agguantò al terz’ultimo posto il Banco di Roma ed iniziò a nutrire fondate speranze di salvezza.

Il calendario ci riservò un altro turno casalingo. Questa volta a capitolare sul terreno amico del Comunale fu il Marsala con il classico risultato di 2 a 0.

Cangianiello e Di Emanuele i marcatori.

La partita più difficile, la più ostica, fu quella che si sarebbe giocata di lì a sette giorni.

Al Giovanni Celeste di Messina, con quindicimila spettatori sugli spalti, la Palmese affrontò la capolista.

Con una vittoria i padroni si sarebbero aggiudicato il campionato e la conseguente promozione in C1.

La partita, bella e vibrante, si sbloccò nella ripresa. Micidiale uno due dei giallorossi con gol del capitano Jannucci e di un giovanissimo Totò Schillaci. Per i rossoneri in gol, e che gol, Michele Lauri, l’unico in carriera siglato con la maglia della Palmese.

Fu la partita in cui giocarono, contemporaneamente, tre calciatori “palmesi”. Il capitano Michele Lauri, il difensore Giuseppe Alfieri e l’attaccante Biagio Ferrara. Quasi un record per i campionati professionistici. Alla stessa stregua del Napoli che in formazione aveva avuto Antonio Juliano, Gianni Improta e Vincenzo Montefusco.

La sconfitta, immeritata per certi versi, non scalfì gli entusiasmi della truppa rossonera.

Alla penultima giornata la Palmese si recò a far visita al Potenza. Con la vittoria di misura per 1 a 0, rete di Giuntini, i rossoneri sono costretti a giocarsi le ultime probabilità di salvezza all’ultima partita di campionato in trasferta contro, il già retrocesso, Casoria.

Al San Marco la partita si concluse con il risultato, a favore della Palmese, per 2 a 1 e mai vittoria si rivelò più amara.

Infatti, contemporaneamente, in terra siciliana si perpetrò il più classico dei “biscotti”. Il Marsala, abbondantemente salvo, strinse un patto di non belligeranza con il Banco di Roma e le due contendenti si divisero, equamente, la posta in palio. Da parte del Marsala, forse, un modo per vendicare la sconfitta subita il 31 maggio 1982, che precluse ai siciliani la possibilità di promozione in C1.

Con il pareggio il Banco Roma relegò la Palmese al terz’ultimo posto in classifica, condannandola, di fatti, alla retrocessione in virtù della classifica avulsa tra Alcamo, Latina e, appunto, Palmese; tutte e tre a quota 30.

Gli sviluppi della faccenda li conosciamo bene.

Il Banco di Roma rinunciò al campionato ed i soloni della Federazione, con sede allora sede a Firenze, pensarono bene di ripescare lo Spezia, laddove la logica ed i meriti avrebbero voluto che ad essere ripescata fosse la Palmese.

Ci fu un’ulteriore appendice a quel campionato. La cronaca narra che alcuni dirigenti rossoneri avessero acquisito il titolo sportivo del Latina e che soltanto una fuga di notizie non consentì il perfezionarsi della trattativa.

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