La palmese Gina Audia esalta l'arte della 'Japan Fusion' al ristorante Roji di Nola

Redazione 9 Febbraio 2022
La palmese Gina Audia esalta l'arte della 'Japan Fusion' al ristorante Roji di Nola

La cultura del Sol Levante che si sposa con la gastronomia della nostra terra: tutto questo è stato confezionato in un ristorante di alta qualità che, a Nola, in via Variante 7Bis ha preso forma dal 2016: il Roji, guidato con professionalità, entusiasmo e brio, da Gina Audia, palmese ‘doc’ che nell’intervista che segue ci illustra la genesi e le peculiarità di questo percorso basato sulla ‘Japan Fusion’ che ha letteralmente conquistato il palato di innumerevoli clienti, della Campania e non.  

Chi è Gina Audia e come nasce il Roji?

Ho frequentato la facoltà di Lettere presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. L’intero percorso universitario ha rappresentato per me un periodo di massima gratificazione e la mia passione per la letteratura deriva dalla forte presenza di mio padre Leonardo, amante dei saperi utili. Lui mi ha insegnato a non confondere la saggezza con la dottrina e la dottrina con l’informazione. Mi ha insegnato ad amare e a riconoscere le profondità dell’animo. Sono cresciuta guardando il mondo dei miei genitori. E mentre mio padre (calabrese doc) mi tramandava la buona cultura e la buona educazione, mia madre (palmese doc) mi liberava dagli obblighi e dagli impegni e mi regalava momenti di grande allegria e spensieratezza permettendomi di vivere la sua meravigliosa Palma, a cui mi sento particolarmente legata.

Ancora oggi vivo indissolubili legami di amicizia con molti palmesi. Indimenticabili i miei Carnevali. Il Carnevale con le sue maschere rende tutti irriconoscibili per un breve lasso di tempo e annulla le differenze sociali. Ecco il vero motivo del mio amore per questa festa e meravigliosa tradizione. Oggi insegno in un Istituto Tecnico a Casavatore e, giorno per giorno, cerco di formare individui coscienziosi – profondi – rispettosi e di sé e del prossimo. Un contributo vero, vivace e inconsueto, volto al superamento della mediocrità. Dal 2016 il Roji mi ha permesso di allargare le mie prospettive e mio marito, i miei soci Luigi Policastro e Giovanni Napolitano e, in particolar modo, l’avvocato Erasmo De Risi, hanno considerato la mia formazione umanistica utile nel mio ruolo all’interno del ristorante. Mi occupo Di pubbliche relazioni.

Chi viene al Roji può…

Chi viene al Roji vive rituali di piacere e sente echi di terre lontane. In un momento così difficile per il nostro Paese proviamo, con umiltà, a donare benessere per il corpo e per l'anima.

Sei una palmese doc, quanto c’è delle tue origini in questa attività imprenditoriale di successo?

Palma Campania è senza dubbio il contesto culturale nel quale ho elaborato sia le rappresentazioni della mia carriera, sia i valori che di fatto hanno influenzato le mie scelte e le mie risorse. Palma rappresenta il mio background culturale, la mia rete di affetti solidi e insostituibili (permettetemi di ricordare le mie amiche Agnese Prisco e Maria Giovanna Sorrentino). Palma è parte importante del mio patrimonio genetico. Nola, altrettanto fondamentale nel mio percorso, mi ha invece accolta e mi ha permesso di esprimermi e di realizzarmi.

Quanto incide la passione per questo lavoro nella crescita di questo percorso di sviluppo e di scoperta della cucina orientale?

La passione è la componente indispensabile per la buona riuscita di un progetto, per la realizzazione di un sogno che si coltiva da sempre. Ma non basta! Occorrono progettualità, creatività, inventiva e una precisa vision. È necessaria la proiezione di uno scenario che possa rispecchiare le proprie convinzioni e i propri valori. Solo così si fisseranno gli obiettivi e si passerà all'azione! È stato fondamentale ovviamente lo studio della cultura orientale che ci ha permesso, attraverso scoperte sorprendenti, una full immersion nella magica atmosfera nipponica. Un viaggio affascinante che il Roji continua a compiere ogni giorno.

Il tuo locale è uno dei più in vista nel panorama campano: quali gli ingredienti per restare al top?

Credo sia possibile raggiungere il successo e conservarlo se si crede nell'appartenenza, se si condividono i valori, se si collabora con fiducia cercando anche di imparare una buona dose di flessibilità, indispensabile per garantire il rispetto del lavoro di ogni singolo componente del team e una collaborazione proficua di noi tutti. Ho tratto ispirazione da mio marito Salvatore Giugliano. L'ho sempre ammirato per il suo modo di guidare l'azienda e per la sua connessione con i dipendenti, per l'amore incondizionato in ciò in cui crede. In lui ho sempre scorto determinazione e umiltà, creatività e stile, bellezza e poesia. Mio marito giorno dopo giorno instancabilmente traduce nei fatti le bellissime parole di Antoine Saint-Exupéry: "Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini solo per raccogliere il legno e distribuire compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito".

Quali sono i progetti per il futuro?

La vita vera è fatta di sogni e anche di progetti. Sarete i primi a conoscerli anche per ringraziarVi della bellissima opportunità. Un onore per me! Grazie per quello che mi è stato permesso di dire e grazie a tutta la redazione per il lavoro che quotidianamente svolge.

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