Premio Cimitile, la storia continua e va oltre il Covid

Diletta Iervolino 25 Settembre 2020

Il Complesso Basilicale Paleocristiano di Cimitile - antica necropoli pagana prima e città santa di culto e pellegrinaggio poi – rappresenta uno dei siti archeologici più suggestivi del nolano e, una volta all’anno, assume un’ulteriore affascinante connotazione: quella di luogo storico, sospeso nel tempo, in cui si fondono non solo archeologia e religione, ma anche letteratura arte e spettacolo.

Si tratta del Premio Cimitile - manifestazione di caratura nazionale e grande prestigio iscritta all’albo delle Istituzioni di Alta Cultura e aspirante al riconoscimento UNESCO – che è giunto alla sua XXV edizione, svoltasi dal 12 al 19 settembre. Dunque, un’edizione speciale caratterizzata dalla famosa rassegna letteraria e da svariati eventi previsti nel programma 2020, quali la Mostra Fotografica sui venticinque anni del Premio Cimitile, la Presentazione del volume “25 Premio Cimitile 1996 – 2020. Storia, personaggi, immagini, prospettive” (a cura di Guida Editore), la Mostra Pittorica “Raffaello nel segno della bellezza nel cinquecentesimo della sua morte” (a cura di Giuseppe Bacci), la Premiazione della Borsa di Studio intitolata alla memoria del Dott. Felice Dichiarante che ha coinvolto le classi seconde della scuola secondaria di primo grado, l’Inaugurazione del recente restauro delle pitture della Cappella di Santa Maria della Sanità nella Basilica di San Felice, insieme a interessanti convegni (sulla conservazione dei beni culturali, su ambiente e turismo, sul legame tra spazi urbani e attività produttive nell’antichità) e spettacoli comici e musicali (tra cui Michele Zarrillo, Riccardo Fogli, Tony Esposito, Sebastiano Somma, Claudia Conte e tanti altri).

La manifestazione, nel suo scopo originario, dà spazio ad autori inediti e in generale ha lo scopo di sollecitare la lettura, rappresentando un importante appuntamento per il piccolo comune di Cimitile e per l’intero territorio in termini di promozione culturale economica e imprenditoriale, di valorizzazione artistica e paesaggistica.

La serata conclusiva, che ha visto il tutto esaurito nonostante le limitazioni anti-covid, è stata dedicata alla premiazione delle opere narrative (selezionate dal comitato scientifico presieduto da Ermanno Corsi), con l’intervento del Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi e l’assegnazione del caratteristico premio rappresentato dal Campanile d’Argento:

Migliore opera inedita di narrativa a:
Laura Giorgi “L’eternità” - Guida Editori
Migliore opera edita di narrativa a:
Guido Maria Brera “La fine del tempo” – La nave di Teseo
Migliore opera edita di attualità a:
Nicola Gratteri e Antonio Nicaso “La rete degli invisibili” - Mondadori
Migliore opera edita di saggistica a:
Walter Veltroni “Odiare l’odio” - Rizzoli
Migliore opera edita di archeologia e cultura artistica in età paleocristiana e altomedievale a:
Francesca Stroppa “Desiderio. La basilica di San Salvatore di Brescia: dal monastero al museo” Centro Studi Longobardi
Premio Giornalismo “Antonio Ravel” a:
Antonello Perillo Caporedattore Centrale Responsabile TGR RAI della Campania
Premio Speciale a:
Alessandro Siani Attore, Sceneggiatore, Regista

Abbiamo incontrato il dottor Felice Napolitano, Presidente della Fondazione Premio Cimitile, per conoscere le sue impressioni su questa speciale edizione appena conclusasi e gli eventuali progetti futuri:

Nonostante lo slittamento della manifestazione da giugno (come di consueto) a settembre e le prescrizioni anti-covid a cui attenersi, come reputa questa XXV edizione? Ne è soddisfatto?

Nonostante lo spostamento a settembre e il distanziamento di un metro, abbiamo registrato notevoli presenze: immagini che la serata finale abbiamo coperto 430 posti, anziché i soliti mille, ma da questo punto di vista siamo soddisfatti perché siamo convinti che il libro, la cultura, la letteratura, la scienza debbano prevalere. Anche su questo maledetto covid-19.

Prospettive future per il Premio Cimitile? Può fornirci qualche anticipazione sulla prossima edizione?

Per prospettive future è un po’ presto, però consideri che quest’anno abbiamo celebrato un quarto di secolo, per cui il nostro obiettivo non può essere altro se non aspirare ancora a migliorarci rispetto ai primi venticinque anni.

Come è nata l’idea – nel lontano 1996 – di portare cultura letteraria e editoria nazionale in un paese di 7mila abitanti? Spesso nei piccoli paesi si percepisce un certo immobilismo, per così dire, me lo concede?

Nel 1994 con un gruppo di amici creammo l’Associazione Obiettivo III Millennio, di cui sono stato presidente. Dal secondo anno di attività, per cercare di migliorare il tessuto sociale e culturale del nostro paese, organizzammo una mostra del libro degli scrittori conterranei a Villa Lenzi per due giorni, con la presentazione del libro di Ermanno Corsi intitolato “Napoli Contemporanea. La città dalla guerra al 2000”, che aveva vinto il premio Amantea. Da lì ci venne l’idea di creare un Premio Città di Cimitile, oggi conosciuto come Premio Cimitile: con l’obiettivo di far conoscere le Basiliche Paleocristiane a tutta Italia, creammo questo connubio “Il Libro incontra le Basiliche”. Così già dalla prima edizione, il premio si tenne in questo sito proprio per permetterne una maggiore fruizione. Nonostante l’immobilismo dei piccoli paesi a cui fa riferimento, noi ci abbiamo creduto nel ’96, giovani intellettuali spinti a percorrere la strada della cultura, cavalcando proprio la passione per la lettura e per i libri. Chi se lo aspettava di riuscire a creare una rassegna nazionale e internazionale, che prevede inoltre importanti convegni di archeologia, e riuscire quest’anno anche a finanziare il restauro delle pitture della Cappella di Santa Maria della Sanità!

Tralasciando la collaborazione di enti, associazioni, scuole e ospiti di rilievo, come si dimostra la partecipazione degli abitanti di Cimitile e dei comuni limitrofi?

Alla serata finale c’è sempre stato il sold out: diciamo che c’è molta sensibilità, chiaramente parliamo di un ceto di un certo livello culturale, perché qua si parla di libri, archeologia, turismo, non è un evento che coinvolge propriamente le masse.

Cosa consiglia ai comuni del nolano e del vesuviano per poter mettere in atto progetti di tale valenza, volti allo sviluppo sociale culturale e turistico del nostro sud?

L’area nolana è un territorio ricco di arte storia archeologia e bellezze paesaggistiche. Il problema è far arrivare i turisti in questa zona, aspetto risolvibile solo facendo sistema, creando una rete tra le istituzioni quali i comuni, il distretto turistico Ager-Nolanus di recente creazione, l’agenzia dei comuni nolani, gli enti privati, le associazioni, gli operatori del settore, perché solo lavorando insieme e creando una cabina di regia (che si occupi di marketing turistico-culturale) possiamo sperare di accelerare quel processo di sviluppo turistico culturale ed economico dell’area nolana e di tutto il nostro territorio.

Ospite ai convegni tenutisi alle Basiliche, il dottor Mario Cesarano è referente della Soprintendenza A.B.A.P. (Archeologia Belle Arti e Paesaggio) e abbiamo rivolto qualche domanda anche a lui per conoscere la sua opinione di archeologo sul Premio Cimitile, sul Complesso Basilicale e sui Beni Culturali del nostro territorio.

Cosa ha di importante il Premio Cimitile, a parte la possibilità per autori inediti di veder pubblicate le proprie opere?

Ciò che ha di importante è sicuramente il fatto che si tenga nel Complesso delle Basiliche Paleocristiane, un luogo che indubbiamente merita un’attenzione maggiore di quella che ha (oggi veramente scarsa). Rappresenta uno dei siti archeologici più importanti al mondo per le sue caratteristiche, per il raccogliere tutte le basiliche in un solo posto e soprattutto per la pluristratificazione: le testimonianze vanno dal II – III secolo d.C. fino a oggi, se consideriamo che l’ultima basilica è la Parrocchiale - ancora frequentata e funzionante- e risale al ‘700 (quando è venuto Papa Giovanni Paolo II è andato a pregare lì, conserva ancora il suo valore sacro e liturgico, non è un luogo sconsacrato). Quindi il Premio riesce ad accendere i riflettori su questa realtà che è sicuramente una grandissima risorsa culturale, ma potrebbe diventarlo ulteriormente anche dal punto di vista di indotto economico per questo territorio. Il premio inoltre, da ben 12 anni, inserisce all’interno della sua kermesse anche un importantissimo convegno di studi internazionali sulla tardo-antichità e l’Alto Medioevo, che oggi si pone, soprattutto in Italia, come uno degli appuntamenti più rilevanti del settore scientifico, con la partecipazione di esperti accademici e universitari che vengono da tutta Europa. Mi fa piacere condividere con lei una suggestione, ovvero che si tratta di un premio letterario che si tiene nel luogo in cui c’era San Paolino, studiato nella letteratura latina cristiana: oltre ad essere stato il Santo, il Vescovo e tutto quello che a Nola sappiamo per la Festa dei Gigli, mi sembra una bella correlazione il fatto che nel luogo dove ci fosse uno degli scrittori di maggiore successo della tarda antichità (appunto, Paolino), vi si tenga proprio un premio letterario.

Al di là dell’evento, reputa che il Complesso delle Basiliche Paleocristiane sia abbastanza conosciuto e visitato?

No, è molto conosciuto dagli esperti nel suo carattere storico-archeologico. Fondamentalmente gli abitanti di Cimitile conoscono il sito perché ci sono cresciuti; fino a qualche decennio fa era abbandonato e i bimbi ci giocavano. È sempre stato molto vissuto: d’altronde si trova proprio nel centro di Cimitile e l’intero paese si è sviluppato intorno alle Basiliche; ne consegue - ed è molto bello - che i cimilitesi le sentano come qualcosa di proprio. C’è una filastrocca di fine ‘800 che si intitola “I cento paesi” e cita 100 paesi della Campania abbinandoci la “specialità” del luogo e degli abitanti, e dice: E’ cimmelitise so’ e’ scarpisa santi, cioè i calpesta-santi. Proprio a indicare il fatto che camminano in un luogo storico dove sono seppelliti tanti martiri e santi. Le posso assicurare che, tuttavia, c’è ancora tanta gente di Nola e paesi limitrofi che non è mai andata a visitare il Complesso: fino a una ventina di anni fa, le basiliche, ai più, non erano nemmeno conosciute con questo nome, ma le si definiva le “Catacombe di Cimitile”, associando la presenza di un qualcosa di cristiano a quelle che nell’immaginario potessero essere catacombe (nonostante queste ultime invece si trovino sotto terra). Per dire che ignoranza e confusione sono sempre regnate e ciò le rende poco conosciute forse anche dal resto del territorio regionale. Fondamentalmente le Basiliche sono sotto-sfruttate, non sono gestite da un’organizzazione propriamente funzionante: andrebbero inserite in un grande circuito che dovrebbe riguardare tutto il territorio. Se posso lanciare un’idea, penso che il territorio nolano tutto abbia una sua identità culturale ben definita e in questa riforma di oggi, che sta creando molti istituti autonomi e di gestione indipendente all’interno del Ministero (come il Parco dei Campi Flegrei, il Parco di Pompei eccetera), anche Nola potrebbe aspirare – per l’importante complessità del suo territorio - ad avere questa autonomia, così da poter diventare un grande Parco dell’Ager-Nolanus che potrebbe mettere in rete i siti più importanti: da tutto quello che c’è a Nola (l’Anfiteatro, il Museo Archeologico, il Villaggio Preistorico e tanto altro) alle Basiliche di Cimitile, dalla Villa di Augusto a Somma Vesuviana all’Acquedotto Augusteo di Palma Campania, in modo da raccontare tutto il territorio.

Dunque, giungiamo alla prossima domanda: di cosa ha bisogno il Patrimonio Archeologico del nostro territorio?

Di una azione di trasmissione del sapere, di diffusione della conoscenza in maniera veramente capillare, a partire dai più bassi gradi scolastici, perché solo così si può instillare una sensibilità e una responsabilità verso il patrimonio.

Reputa fattibile l’ottenimento del riconoscimento UNESCO per il Complesso Basilicale di Cimitile?

Ha tutti i requisiti per averlo, ma ad oggi non è stata avviata ancora alcuna azione o procedura che, tra l’altro, è molto lunga e complessa. Però, se ci si impegnasse in tal senso, lo otterrebbe senza alcun dubbio secondo me, perché è un sito che merita davvero e ha tutte le caratteristiche per entrare a far parte del patrimonio UNESCO.

Il sito è liberamente visitabile?

Sì, è visitabile dal lunedì al sabato dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:30 alle 19:30, la domenica dalle 9:00 alle 13:00. Il biglietto d’ingresso costa 4 euro.

Dunque, sito unico al mondo, il Complesso Paleocristiano è decisamente da visitare, non solo per l’occasione del Premio ma anche mediante visite guidate alla sette Basiliche. Uno dei tanti patrimoni archeologici dell’agro-nolano, un territorio fatto al tempo stesso di piccoli paesi e grande storia, ma anche un po’ dimenticato e assolutamente da rivalutare. Il poeta Franco Arminio una volta ha scritto: Andate nei paesi allora, andate dove non c’è nessuno in giro. Abbiate cura di credere alla bellezza sprecata del paesaggio.

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