Ippocrate nel Terzo Millennio: a San Gennaro Vesuviano un convegno che ha ripercorso 2500 anni di storia della medicina
Redazione 16 Ottobre 2025
L’ultima edizione della Fiera di San Gennaro Vesuviano è stata arricchita con tante iniziative di estremo interesse.
Tra queste, il 20 settembre, c’è sicuramente da rimarcare il convegno dal titolo “Ippocrate nel Terzo Millennio: dalla medicina ippocratica alla medicina biotecnologica”.
Il Convegno è stato organizzato e promosso dall’associazione culturale locale Vesuvianbook and Arts, presieduta dalla professoressa Susy Ammaturo, con il prezioso contributo scientifico dei relatori: il professor Francesco Piro, ordinario di Storia della Filosofia presso l’Università degli Studi di Salerno; il dottor Giovanni Casillo, esperto in Medicina del Lavoro; il dottor Massimiliano D’Aiuto, primario chirurgo oncologo.
Moderatrice del convegno, che s’è svolto presso la sala consiliare del Comune di San Gennaro Vesuviano, è stata la professoressa Anna Maria Nappo.
Il convegno ha percorso 2500 anni e più di storia della medicina, partendo da Ippocrate, padre della medicina scientifica, primo a parlare di approccio alla malattia attraverso l’osservazione attenta del malato, che contribuisce a stabilire l’empatia tra paziente e medico, unitamente ad una visione olistica del problema.
Il professor Piro ha sottolineato che il messaggio ippocratico oggi è di grande attualità e costituisce un riferimento importante per i medici impegnati.
Il confronto tra la sapienza ippocratica e le moderne innovazioni biotecnologiche, tema affrontato dal dottor Casillo, è risultato essere uno dei temi estremamente importanti e dibattuti, particolarmente per le domande di natura etica che le moderne biotecnologie suscitano.
Il dottor Casillo ha richiamato l’attenzione sulla necessità di una “alleanza terapeutica” tra medico e paziente, caratterizzata da una comunicazione semplice, diretta e chiara.
Il dottor D’Aiuto, il cui intervento è stato riassuntivo e conclusivo del convegno, ha portato la sua intensa esperienza di chirurgo oncologo.
«Ho un rapporto fisico con il cancro», ha esordito, ponendo all’attenzione dei presenti le forti implicazioni di natura umana, personale, familiare, nonché sociali e economiche che il cancro comporta.
D’Aiuto ha poi aggiunto: «Di tutto ciò, il medico che cura, deve farsene carico, consapevole delle enormi responsabilità che caratterizzano il suo delicatissimo lavoro».
Il primario chirurgo oncologo ha in seguito affermato che «le moderne tecnologie aiutano senz’altro l’individuazione e la soluzione dei problemi, ma ne complicano, spesso, il percorso per le scelte che medico e paziente devono prendere».
Infine, D’Aiuto ha osservato che «la medicina del Terzo Millennio deve, dunque, essere in grado di bilanciare innovazione, tecnologica e sapienza ippocratica, attraverso un antico, ma sempre attuale umanesimo, arricchito da competenza professionale, passione e sacrificio».

