Punto e Virgola: FORESTIERISMI (prima parte)
P. Gerardo Santella 7 Giugno 2023Da un lavoro specialistico del linguista Tullio De Mauro, il GRADIT (Grande dizionario italiano dell’uso, 6 volumi, 260 mila lemmi, edizione 2000) risulta che le cinque lingue straniere che hanno maggiormente influenzato la nostra lingua sono nell’ordine: inglese: 6.292 anglicismi (1.989 adattati + 4.303 non adattati); francese: 4.982 voci (3.517 adattate + 1.465 crude); spagnolo: 1.055 parole (792 + 263); tedesco: 648 (360 + 288); arabo: 633 (430 + 203).
Il dato più significativo è che alla fine del secolo scorso l’inglese si era attestato come la lingua dalla maggiore interferenza sull’italiano, e aveva scalzato lo storico primato del francese che sino a qualche anno prima era incontestabile.
Dalle etimologie ai forestierismi crudi: le lingue minori
Dall’analisi dei forestierismi emerge che le parole straniere crude sono nell’ordine delle 5.000, ma escludendo le 5 lingue più prolifiche, i contributi delle altre sono numericamente modesti e si riducono a elenchi di poche parole.
Le parole russe traslitterate nel nostro alfabeto sono una manciata (glasnost, perestrojka, soviet, sputnik, troika, vodka, zar), così come quelle cinesi (ginseng, kung fu, yin e yang). Tra i forestierismi in crescita negli ultimi decenni spiccano le parole giapponesi (un centinaio) adattate solo di rado. Fino al secolo scorso questa lingua ci aveva lasciato un’eredità soprattutto legata alla guerra e al combattimento (harakiri, judo, kamikaze, karate, katana, ninja, samurai, sumo), ma recentemente si è allargata anche alla gastronomia (sakè, sashimi, , sushi, tofu) e a nuovi fenomeni di costume (emoji, hikikomori, karaoke, manga) che si sono aggiunti agli altri più datati (bonsai, futon, geisha, origami, tatami, tsunami, zen).
Nelle altre lingue straniere prevalgono gli adattamenti, e i forestierismi crudi sono nell’ordine delle decine. Tra le circa cento voci che vengono dal portoghese (come bambù, banana, catamarano, cocco, macaco, marmellata,
tapiro, veranda), quelle crude sono tra le 20 e le 30 tra cui fado, favela, fazenda, saudade, telenovela, viado).
Allo stesso modo, tra le circa 400 parole arabe (vedi il capitolo dedicato agli Islamismi) solo una trentina riproducono i suoni esotici senza italianizzazioni (falafel, fedain, hezbollah, mujaheddin, sharia, suq).
Anche l’interferenza del tedesco è abbastanza contenuta. Accanto a poco più di 500 parole storiche e italianizzate (alabarda, archibugio, birra, crauti, nibelungo, trincare), quelle non adattate sono circa 150 (bunker, dobermann, edelweiss, führer, kaiser, kaputt, kolossal, panzer, reich, speck, strudel, würstel).
Più solida è l’eredità complessiva dello spagnolo. Molti ispanismi sono antichi ed erano già presenti nel tardo latino, come i tanti nomi che terminano in -iglia (bottiglia, pastiglia, maniglia, quadriglia) e altri come torrone, cavallerizzo, gitano, caramella. Alcuni risalgono al Cinquecento e al Seicento, l’epoca della dominazione da cui abbiamo ereditato appartamento (da apartarse, appartarsi), mattanza (da matar, uccidere), borraccia, dispaccio, cordigliera, sigaro, pepita o pistolero. A parte queste voci (circa 700), quelle crude si riducono a poco più di 150 (conquistador, coyote, desaparecido, gazpacho, goleador, gringo, machete, movida, paella, poncho, rancho, rodeo, sombrero, tapas, toreador, tortilla).
In sintesi, anche per le lingue che hanno sostrati secolari di interferenza, il lascito delle parole non adattate è esiguo, sono state ben assimilate e non sono numericamente in grado di “imbarbarire” il nostro lessico.
(Continua nel prossimo articolo)